Prestito Ipotecario Vitalizio, che cosa è cambiato con l’entrata in vigore della legge 44/2015
Il Prestito Ipotecario vitalizio è stato introdotto con il Decreto Legislativo del 30/09/2005 n. 203. Il decreto definisce il prestito vitalizio come un finanziamento a medio e lungo termine, con capitalizzazione annuale di interessi e spese erogabile da aziende e istituti di credito.
La nuova Legge 44/2015 ha introdotto importanti modifiche e novità rispetto alla normativa precedente; definisce più nello specifico sia i soggetti erogatori sia i destinatari, introduce diverse tipologie di prodotto e modalità di rimborso del prestito.
Secondo tale normativa, il prestito vitalizio può essere concesso da banche e intermediari finanziari. L’età minima per accedere al finanziamento è diminuita da 65 a 60 anni compiuti, ampliando in questo modo il bacino di utenza.
La normativa ha stabilito, inoltre, diverse tipologie di prodotto che permettono al mutuatario di decidere e concordare la modalità di rimborso, anche graduale, di interessi e spese precludendo in questo modo la loro capitalizzazione annuale.
Il finanziamento dovrà essere rimborsato entro 12 mesi dalla scomparsa del soggetto finanziato.
Gli eredi hanno la possibilità di decidere se vendere l’immobile oppure riscattare l’immobile ed estinguere il debito. Qualora il rimborso non avvenga nei termini sopra indicati, il finanziatore può vendere l’immobile ad un valore pari a quello del mercato e determinato da un perito.
Il ricavato della vendita servirà a rimborsare il debito, mentre la restante quota sarà destinata agli eredi. In caso di mancata vendita dell’immobile, ogni anno il suo valore verrà decurtato del 15% per facilitarne la compravendita.
La normativa ha introdotto la non negative equity guarantee per proteggere e tutelare gli eredi e il mutuatario da un’eventuale svalutazione dell’immobile; in nessun caso il valore del prestito potrà eccedere il valore di vendita della casa.
